Per alcuni, soprattutto per i SMM, l’inizio della quarantena è stata una sfida anzitutto lavorativa e poi personale. Sono stati decisivi infatti i primi momenti di “incertezza” per rivalutare i calendari editoriali magari già studiati e rivisti centinaia di volte. Ma per un SMM, cogliere l’attimo è fondamentale…
Oggi abbiamo parlato con una SMM dalle origini sarde, Berta Pinna.
Ecco cosa ci ha detto:
Di cosa ti occupi?
Mi occupo di comunicazione online nello specifico di Social Media Marketing. Supporto le aziende, gli enti e i privati nella creazione di una strategia di promozione online della propria attività commerciale sia in relazione ai contenuti editoriali che alle campagne pubblicitarie. Sono specializzata in Facebook e Instagram Marketing, grazie all’utilizzo di queste piattaforme aiuto le aziende a raggiungere i propri obbiettivi. Oltre a svolgere un ruolo operativo come consulente e formatrice (Ninja Marketing, La Content Academy, Copy24), collaboro con diverse agenzie web e di comunicazione italiane. Sono, inoltre, co-founder di IperHub SRL una startup innovativa che gestisce progetti legati al mondo dei viaggi e della promozione del territorio, hub per influencer e titolare del progetto Yallers, brand e community italiana.
Quanto la quarantena ha effettivamente influito sul tuo lavoro?
La quarantena ha influito relativamente sul mio lavoro, il mio ufficio è la mia casa. L’incontro con clienti e collaboratori avviene quotidianamente online così come le lezioni o i seminari. Il contatto umano manca, da italiana mi manca il mio naturale modo di esprimermi di persona, così come guardare negli occhi qualcuno. Ho in programma un webinar e delle ore di lezione/consulenza ad un’azienda via Skype. Sicuramente, a causa del lockdown dell’Italia, ho dovuto riprogrammare tutto il calendario e posticipare molte attività, come: preventivi in uscita, corsi di formazione, eventi e fiere. Tutto sommato sono fiduciosa e positiva, ci vorrà tanta pazienza ma niente è perduto.
Cosa stai facendo per tenerti impegnato?
In realtà non ho bisogno di inventarmi delle nuove attività per tenermi impegnata, lavoro quanto prima se non di più. Ho dovuto rivedere tutti i piani editoriali dei miei clienti, rivalutare gli investimenti pubblicitari, interrompere le campagne. Il lavoro è un work in progress, mi devo attenere agli eventi e ai cambiamenti quotidiani. Riprogrammare tutto è stato impegnativo ma allo stesso tempo stimolante, ho studiato nuove strategie editoriali e di intrattenimento volte al consolidamento delle relazioni online tra gli utenti e le attività che seguo.
Ti sei preposto degli obiettivi per questo periodo di quarantena?
Sicuramente mi sono preposta degli obbiettivi: scrivere il libro che ho in cantiere, studiare (come sempre) per acquisire delle certificazioni che mi piacerebbe da tanto ottenere, oltre che, rivedere la mia presenza online come professionista magari lanciando il mio sito web. Tra i più difficili: non ingrassare, non smettere di fare attività fisica e tenere sempre allenata la mente.
Come prevedi il tuo ritorno alla normalità?
Io non credo che ritorneremo alla normalità, quella che per lo meno abbiamo sempre conosciuto. Questa esperienza è provante dal punto di vista umano, avremo timore di viaggiare così come temo avremo il timore di ri-aggregarci o lasciarci andare in particolari slanci d’affetto. Sicuramente avremo bisogno di sicurezze, certezze e di maggiore protezione. Detto questo, io non vedo l’ora di poter reiniziare, sia dal punto di vista lavorativo vero e proprio che personale, tornando in Sardegna dalla mia famiglia e magari facendo dei viaggi più brevi e alla scoperta dell’Italia. La prima cosa che farò sarà quella di mettermi in macchina con i finestrini giù e la musica a tutto volume senza meta, o forse si: il porto di Livorno.
Cosa ti ha insegnato questa quarantena?
La quarantena mi ha insegnato a non dare nulla per scontato e apprezzare anche quelle piccole cose che quotidianamente mi infastidivano o mi facevano “perdere tempo” (fare la spesa, il semaforo rosso, il traffico). Ho imparato che anche le attese possono essere utili, ho imparato ad ascoltare gli altri con più attenzione e magari ad essere più comprensiva, è la prima volta in cui tutti, nessuno escluso ci troviamo nella stessa situazione, siamo vulnerabili e consapevoli che il nostro comportamento può influire sulla vita degli altri. Ho imparato a convivere con me stessa ed infine ad avere un ritmo più grintoso anche nella staticità e sedentarietà.
Grazie a Berta Pinna,(qui puoi leggere tutte le altre interviste), se ti è piaciuto questo articolo faccelo sapere e seguici su instagram @zuzuwork