C’è chi come alcuni, durante questa quarantena, ha pensato al bene di molti ed ha investito il suo tempo per la collettività. Una di queste è Debora di Napoli, stylist napoletana, col suo progetto“Share the Mask”
Abbiamo deciso di intervistarla, ecco cosa ci ha detto:
Di Cosa Ti occupi?
Sono una creativa, e da sempre ho amato disegnare e lavorare con i tessuti. Oggi sono riuscita a fare di quello che era un gioco, un vero e proprio lavoro. Debora Di Napoli è il mio brand di abiti su misura, che disegno e realizzo io usando tecniche sartoriali e tessuti pregiati. Oltre alla produzione di abiti su misura, lavoro come freelancer per aziende e privati, sia come come modellista che designer e come stylist per campagne fotografiche.
Quanto la quarantena ha effettivamente influito sul tuo lavoro?
Il mio lavoro è attualmente bloccato, non è possibile realizzare abiti su misura senza incontrarsi, nè tantomeno ci sono aziende attualmente impegnate in produzioni. La cosa mi spaventa parecchio, poichè in questi mesi generalmente ho tantissimi appuntamenti traspose, damigelle o invitate, e non so che impatto questa situazione possa avere sugli eventi dei prossimi mesi.
Cosa stai facendo per tenerti impegnato?
Per fortuna, durante la quarantena non ho avuto molto tempo per annoiarmi! Dal primo giorno di blocco, mi sono resa conto che ci fosse una grande carenza di
mascherine, così è nata la mia campagna “Share the Mask”. Ho prodotto in pochi giorni più di seicento mascherine, che ho regalato in cambio di una donazione per il Cotugno di Napoli, ed abbiamo raggiunto in pochissimo tempo 3 mila euro! Non pensavo che così tante persone mi aiutassero in questa impresa! Terminata la raccolta fondi, ho iniziato a progettare nuovi prototipi di mascherine ed a studiarne la composizione di tessuti e filtri, poiché attualmente c’è ancora grande carenza di quello che oggi è un bene di prima necessità.
Ti sei preposto degli obiettivi per questo periodo di quarantena?
Durante queste giornate molto piatte, ho cercato di far in mondo da non perdere i miei ritmi e le mie abitudini, di continuare a fare ricerche di stile, di continuare a mantenere attivi i contatti di lavoro e se è possibile, provare a crearne di nuovi. Mi sono promessa di lavorare sul serio ad un progetto che coccolo da anni, quello di creare una mia linea di costumi , e per il momento posso dire di aver già completato i primi bozzetti.
Come prevedi il tuo ritorno alla normalità?
Immagino che non sia semplice, che ci sarà tanto da rimboccarsi le maniche e che bisognerà davvero pensarle tutte per uscire “quasi illesi” da questa crisi.
Spero che si riesca a dare più spazio alla produzione interna, ai piccoli brand ed ai brand locali piuttosto che alle grandi multinazionali. Credo che bisognerà sostenersi davvero l’un l’altro!
Cosa ti ha insegnato questa quarantena?
Questa quarantena mi ha insegnato il vero senso della parola libertà e quanto in effetti diamo per scontato l’importanza dell’essere liberi. Siamo un popolo libero, abituato a poche regole e questo grande cambiamento mi ha fatto apprezzare molto il modo in cui viviamo normalmente e la libertà di cui possiamo godere.
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